martedì 27 novembre 2018

Cartesio


Il suo vero nome sarebbe Renè Descartes, italianizzato Cartesio, filosofo famoso grazie alla sua frase "cogito, ergo sum", ovvero "penso, dunque sono". Gli studioso si chiedono se tale frase sia il.risultato di un ragionamento deduttivo o di un sillogismo. Se derivasse da un sillogismo, mancarebbe la premessa maggiore; per essere presso nella sua completezza dovrebbe avere la seguente forma:

  1. Premessa maggiore: "tutto ciò che pensa esiste";
  2. premessa minore: "io penso";
  3. conclusione: "penso, dunque sono".
Cartesio ritiene che occorra individuare un metodo rigoroso di conoscenza, il quale deve prendere a modello il rigore e la chiarezza del metodo matematico; pertanto, il filosofo, elabora le quattro regole del metodo:
  1. evidenza → solo le idee chiare e distinte sono da considerare vere;
  2. analisi → occorre scomporre i problemi nelle loro parti elementari;
  3. sintesi → bisogna passare gradualmente dalle conoscenze semplici a quelle complesse;
  4. enumerazione → è necessaria una revisione generale di tutte le fasi precedenti del processo conoscitivo. 

Cartesio ricerca un fondamento certo del sapere attraverso il dubbio metodico, la cui estensione è il dubbio universale (iperbolico), in base al quale si giunge a dubitare di ogni cosa (ipotesi del genio maligno ingannatore). IL filosofo sostiene che l'unica certezza è rappresentata dal "cogito", cioè l'intuizione immediata del proprio esistere come soggetto pensante (cogito, ergo sum).

domenica 4 novembre 2018

Giordano Bruno


Giordano Bruno nasce a Nola nel 1548. Raggiunta la maggiore età, entra a far parte nell'ordine dei domenicani di Napoli, dove studia teologia e filosofia per vent'anni. Bruno sarà costretto a scappare da Napoli e a fare il pellegrino per l'Italia, perché viene accusato di eresia. Giordano Bruno si recherà a Parigi, dove raggiungerà una prima formulazione filosofica di stampo neoplatonico. Il neoplatonismo di Bruno è di matrice magica e mira alla costruzione di un sistema in cui Dio, la natura e l'uomo appaiono sfusi in un'unità che li comprende in un modo indifferenziato. Nel 1592 viene arrestato per ordine dell'Inquisizione, per poi essere condannato al rogo e ucciso con tale condanna nel 1600.

Bruno è l'artefice della moderna concezione dell'infinito: l'universo è uno spazio infinito, ovvero che esso abbia una causa e un principio di primo infinito, il quale si identifica con Dio. Egli però è anche l'anima del cosmo, ovvero colui che contiene tutte le idee, che informa e plasma la materia, e ciò è conoscibile dall'uomo. Il filosofo esalta anche la tecnica e lo spirito d'iniziativa dell'uomo: l'uomo viene considerato superiore agli animali perché possiede l'intelletto e le mani, ossia strumenti con cui manipola e conosce le cose del mondo in vista del progresso tecnico e scientifico. Infine, indica la natura come il vertice della conoscenza, infatti essa è oggetto dell'ardore conoscitivo dell'uomo ("eroico furore"), il quale riesce a sottrarsi ai desideri bassi e volgari e scopre di essere egli stesso natura (mito di Atteone).
Monumento a Giordano Bruno nella piazza romana di Campo de' Fiori